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LA NEMICA DEL CUORE
ovvero LE 12 VENERI
Figure di donna dall'Ottocento al Duemila
a cura di Roberto Roda e Ferruccio Giromini
Bondeno (Ferrara), Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea
dal 2 ottobre 2005 all'8 gennaio 2006
Dopo il grande
successo tra primavera ed estate dell'articolato ciclo
di mostre Seno guerriero : Il mito dell'Amazzone, la
figura della donna in armi, prorogato fino al 18 settembre
scorso, a ruota il medesimo staff curatoriale e organizzativo
della Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bondeno
inaugura una nuova puntata del ciclo di manifestazioni
espositive dedicate alla figura della donna nell'arte
e della donna artista, che si concluderà a metà 2006.
La nemica del cuore, ovvero Le 12 Veneri : Figure di
donna dall'Ottocento al Duemila rappresenta un'altra
avvincente scorribanda tra gli omaggi che l'arte ha
porto negli ultimi due secoli alla personalità femminile:
incisioni, disegni, dipinti, fotografie, immagini digitali,
scelte sempre curiose e di pregio artistico e storico,
scovate perlopiù tra opere inedite di collezioni
private e direttamente negli studi degli artisti, in
buona parte esposte qui per la prima volta.
A partire
dalla seconda metà dell'800 la raffigurazione
artistica si carica di visioni morbose che trovano
nella donna il loro tema principale. Simbolismo e Art
Nouveau nelle varie accezioni delineano una molteplicità di
incarnazioni femminili che sono la quintessenza dell'ambiguità.
Alla stigmatizzazione che sfocia nella idolatrizzazione
della femme fatale (la donna vampiro, la sirena, la
diavolessa, l'idolo di perversità, la prostituta,
la grande burattinaia.) si contrappone l'idealizzazione
della femme fragile (la santa, la martire, la vergine,
la sofferente, l'angelo del focolare). Femme fatale
e femme fragile sono due facce della stessa medaglia
e obbediscono alla diffusa mentalità misogina
e patriarcale del maschio borghese che reagisce con
fantasticherie inquietanti al disagio indotto dai processi
di emancipazione femminile. Per l'uomo dell'800 e della
Belle Epoque, la donna è la nemica del cuore.
Conclusasi la grande stagione della pittura accademica,
del Decadentismo e del Simbolismo, le veneri funeste,
perverse, fatali, così come le figure materne
tutelari del focolare, non sono affatto scomparse,
ma durante il '900 si sono riciclate nel cinema, nell'illustrazione,
nella pubblicità. In realtà queste figure,
divenute in parte luoghi comuni, non hanno mai abbandonato
neppure l'arte e sono presenti nelle raffigurazioni
più aggiornate di artisti contemporanei, e persino
di artiste donne alle quali è difficile poter
attribuire sentimenti misogini muovendosi in odor di
femminismo o addirittura su poetiche post-femministe.
La mostra cerca di andare al di là delle apparenze
per indagare, attraverso 12 categorie del femminino
iconografico (12 tipologie di "veneri", per
l'appunto), l'evoluzione anche contraddittoria che
le figure di donna hanno subito nel corso dell'800
del '900, due secoli socialmente drammatici. I risultati
non sono affatto scontati.
L'esposizione è articolata nelle seguenti sezioni:
1. Discinta. Riti di vestizione e vestizione; 2. Languida.
La seduzione morbida; 3. Languente. Malate, sofferenti,
morenti; 4. Macabra. Vanitas vanitatum; 5. Materna.
L'angelo del focolare; 6. Virginale. Martiri, madonne,
santarelline; 7. Incatenata. Sottomissione e liberazione;
8. Tentatrice. Il dono del peccato; 9. Perversa. Idoli
impudichi;10. Bestiale. Il profumo dell'istinto; 11.
Diabolica. Giochi crudeli; 12. Misteriosa. Lunari creature
di sogno. |
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